8 costruttori presenti solo in prova

Osservando la Formula 1 “ingessata” degli ultimi anni, con 20 monoposto di 10 squadre che partecipano a tutto il campionato e con la qualificazione garantita, viene difficile pensare che, in passato, qualche costruttore abbia speso tempo ed energie per mettere in pista una monoposto e poi non sia riuscito a prendere il via nemmeno in una gara, eppure ci sono almeno otto casi, senza considerare le gare di Indianapolis dal 1950 al 1960, parliamo solo dei Gran Premi “veri”.

Il più clamoroso é la Life, probabilmente la F1 meno competitiva che si sia mai vista in pista anche se solo limitatamente alle prequalifiche del venerdì , visto l’alto numero di iscritti alle gare (da 33 a 35), nel 1990 il costruttore italiano che, ambiziosamente, utilizzava un motore fai da te, provò per 14 Gp consecutivi a superare almeno le prequalifiche, invano… la monoposto rossa con il nr. 39 era sempre l’ultima, tranne che nella prima gara ma solo per evidenti problemi di altro concorrente, riuscendo a prendere micidiali distacchi anche dalla derelitta Eurobrun, i piloti erano Gary Brabham nelle prima due e poi l’esperto Bruno Giacomelli, che però aveva disputato l’ultima gara nel 1983.

L’artigianale giapponese Maki, invece, era anche riuscita a qualificarsi in una delle sei tentativi, effettuati nell’arco di tre anni dal 1974 al 1976, partivano in 25 e gli iscritti erano…25, con un micidiale distacco di oltre 9 secondi dal ventiquatresimo qualificato, in Olanda il nipponico Fushida nel 1975 mancò la doppia occasione di essere il primo della sua Nazione a prendere il via in un Gp e nello stesso tempo far debuttare la Maki, tradito dal motore non prese il via della gara, la Maki disputò’, comunque, con Tony Trimmer una gara fuori campionato, sempre nel 1975 a Digione il Gp di Svizzera, arrivando 13° a sei giri dal vincitore Regazzoni.

La Apollon-Fly, fondata e pilotata dall’elvetico Loris Kessel, in realtà  una Williams di tre anni prima modificata, invece, in quattro occasioni non riesce ad essere presente nemmeno alle qualifiche, quando, finalmente, scende in pista a Monza nel 1977 ottiene il 33 tempo su 34 concorrenti, superando  solo la terza Brabham di Giorgio Francia schierata per l’occasione, visto l’affollamento di iscritti al team Apollon non era stato dato neppure un box…

La tedesca Kaushen, aveva fatto tutto per bene, tranne forse dimenticarsi di pagare l’iscrizione, fu comunque ammessa la Gp di Spagna ed a quello del Belgio del 1979, il pilota Gianfranco Brancatelli in entrambe le occasioni fece segnare l’ultimo tempo con notevole ditacco dal… penultimo. Visti i risultati Willy Kaushen chiuse baracca cedendo la monoposto al team Merzario, anche con le oppurtune Modifiche Arturo Merzario non si qualificherà mai, si vedrà in gara solo ad Imola, gara fuori campionato, dove figura come Kaushen nell’elenco iscritti, mentre nelle altre occasioni era denominata Merzario.

Solo un tentativo invece per la McGuire, altra Williams modificata dall’australiano Brian McGuire, Gran Bretagna 1977, va però detto che circa un mese dopo il pilota morirà in un incidednte durante delle prove.

La Arzani-Volpini, incece, é una moniposto italiana ottenuta modificando una Maserari, nel 1955 prende parte al Gp d’italia con Luigi Piotti, il pilota non ottiene tempi in prova ma, probabilmente sarebbe stato ammesso al via (gli iscritti erano solo 23), un guasto al motore glielo impedisce.

La Fry, invece, era una Formula 2, per qualche motivo viene iscritta con il pilota Mike Parkes, futuro pilota e poi ingegnere della Ferrari, al Gp di Gran Bretagna del 1959, alla fine manca la qualifica per pochissimo, ottiene il 26° tempo in 2’07’’6 contro il 2’07’’00 dell’ultimo ammesso (24°) Mike Taylor con una Cooper del team Alan Brown, particolare curioso alla gara sono iscritti ben 4 piloti che fanno Taylor di cognome.

Lasciamo per ultima la Cisitalia, si presenta a Monza nel 1952 pilotata da Piero Dusio, uno dei fondatori, in quella occasione non stacca tempi in prova e non viene ammessa nei 24 partenti (gli iscritti sono 35), ma non é un epsiodio significativo, il progetto Cisitalia, infatti non é per nulla artigianale ma parte nel 1946 con grosse ambizioni, che voi sono vanificate da mancanza di risorse, forse anche a causa degli investimenti iniziali, la monoposto italiana, comunque prende parte a diverse gare extra campionato dal 1946 al 1952, in quelle occasioni era spinta da un motore Cisitalia prima ed in seguito FIAT, mentre nel 1952 si utilizzò un BPM (Botta Puricelli Milano ) casa che costruiva motori per battelli, nelle gare extra campionato in alcune occasioni fu pilotata da Piero Taruffi, uno dei fondatori, in altre  da diversi piloti, tra questi Schell e Manzon, non ottenne mai risultati di rilievo se non qualche piazzamento in gare poco frequentate dai bigs, come ad esempio in Svizzera.

 

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