1950

1950

1950


 

CLASSIFICA PILOTI    
pilota punti vittorie
Farina 30 3
Fangio 27 3
Fagioli 24 (28
Rosier 13
Ascari 11
Parsons (indy) 9 1
Holland (indy) 6
Bira 5
Whitehead 4
Chiron 4
Rose (indy) 4
Parnell 4
Girard-Cabantous 3
Sommer 3
Green (indy) 3
Manzon 3
Serafini 3
Etancelin 3
Bonetto 2
Chitwood (indy) 1
Bettenhausen (indy) 1
Chaboud 1
IL PUNTEGGIO  
posizione punti
1 8
2 6
3 4
4 3
5 2
GPV 1

punti divisi ai piloti che si alternavano alla guida di una macchina – validi 4 migliori risultati

Formula : aspirati 4500, sovralimentati 1500 – nessun limite di peso

I  PROTAGONISTI

TEAMS MONOPOSTO MOTORE PILOTI
SA Alfa Romeo Alfa Romeo 158 Alfa Romeo 158  1.5 L8C Farina, Fangio, Fagioli, Parnell, Taruffi, Sanesi
Scuderia Ferrari Ferrari 125 Ferrari 125 1.5 V12C Ferrari 166 2.0 V12; Ferrari 275 3.3 V12; Ferrari 375 4.5 V12; Ascari, Villoresi, Sommer, Serafini
Aut. Talbot-Darracq SA Lago Talbot T26C Talbot T26C 4.5 L6 Etancelin, Girard-Cabantous, Rosier, Martin, Sommer, Chaboud
Officine Alfieri Maserati Maserati 4CLT Maserati 4CLT 1.5 L4C Chiron, Rol
Ecurie Gordini Simca-Gordini 15 Simca-Gordini 1.5 L4C Manzon, Trintignant
Scuderia Milano Maserati 4CLT, Milano  Maserati 4CLT 1.5 L4C, Milano (4CLT) , Speluzzi 1.5 L4C Bonetto, Comotti
Scud.Ambrosiana Maserati 4CLT Maserati 4CLT 1.5 L4C Murray, Hampshire, Parnell
Horshel Cooper T12 JAP 1.1 L4 Schell
Ecurie Belge Lago Talbot T26C Talbot T26C 4.5 L6 Claes, Mairesse G.
Ecurie  Bleue T26CLago Talbot Talbot T26C 4.5 L6 Schell
Ecurie Rosier Lago Talbot T26C Talbot T26C 4.5 L6 Rosier, Loveau
Enrico Plate Maserati 4CLT Maserati 4CLT 1.5 L4C Bira, De Graffenried
Scud. Achille Varzi Maserati 4CLT Maserati 4CLT 1.5 L4C Gonzales, Pagani, Branca, Pian
 

ISCRITTI PERSONALMENTE

   
  Alta GP Alta 1.5 L4C Crossley, Kelly
  ERA ERA 1.5 L6C Gerard, C Harrison, Mathieson, P Walker, Rolt
  Ferrari 125 Ferrari 125 1.5 V12C Whitehead
  Ferrari 166L Jaguar XK 3.4 L6 Biondetti
  Lago Talbot T26C Talbot T26C 4.5 L6 Levegh, Sommer, Etancelin, Pozzi
  Ferrari 125 Ferrari 125 1.5 V12C Whitehead
  Maserati 4CLT Maserati 4CLT 1.5 L4C Fry

 

 

Il 13 maggio 1950 a Silverstone il marchese Antonio Brivio, ex pilota di alto livello, abbassa la bandiera a scacchi davanti al muso delle quattro ALFA Romeo 158 schierate in prima fila: é l’inizio del primo campionato mondiale di Formula 1. Naturalmente le diversità rispetto ai nostri giorni sono immense, i piloti corrono indossando una tuta, la testa é “protetta” da un casco in tela o pelle, il busto del pilota sporge di molto dall’abitacolo, il viso é semiscoperto, anche le monoposto sono tut’altra cosa, ovviamente effetto-suolo ed aerodinamica sono concetti sconosciuti, si punta sulla potenza dei motori (posizionati davanti al pilota), i Gran Premi sono massacranti, durano quasi tre ore su distanze di 500 km, i partecipanti cambiano di gara in gara, solo i piloti dei teams ufficiali sono sempre presenti o quasi, ci sono molte squadre private e diversi concorrenti partecipano a titolo personale, in campo veri squadroni, con anche quattro o cinque monoposto.

Le gare in calendario valide per il campionato sono sei (sette considerando Indianapolis), Gran Bretagna, Monaco, Svizzera, Belgio, Francia  ed Italia, i piloti sono, per la maggior parte, veterani delle corse anteguerra: Farina ha 44 anni, Fagioli 52, Rosier 45, Chiron 50, Etancelin 54 (classe 1896) Taruffi 44, Sommer 44, Bonetto 47, Sanesi 39, Villoresi 41, Fangio 39, relativamente giovane Ascari, solo 32 anni, non mancano i nobili: il barone svizzero de Graffenried ed il principe siamese Birabongse Bhanuban, chiamato semplicemente Bira, che é anche il primo asiatico in Formula 1. Manca il “maestro” Tazio Nuvolari che ha 58 anni e non si crede finito, spera nella Cisitalia GP, che non debutterà mai. Il parco macchine é obsoleto: le ALFA Romeo 158 gareggiano dal 1938, la Talbot é stata ideata 10 anni prima e solo rimodernata nel 1948, è relativamente nuova la Ferrari. I partecipanti cambiano ad ogni GP, alla prima gara sono iscritte 22 monoposto, ma Bonetto (Maserati) non parte, oltre alle quattro ALFA ci sono 5 Talbot, 6 Maserati, 4 ERA e 2 Alta, é possibile correre in copia ed infatti gli inglesi Shawe-Taylor e Fry si alternano al volante della loro Maserati privata, il dominio delle ALFA Romeo é netto, 1)Farina 2)Fagioli 3) Reg Parnell, Fangio si deve ritirare, il quarto é il francese Giraud-Cabantous staccato di due giri, a Montecarlo, otto giorni dopo, debutta la Ferrarim con tre 125 per Ascari, Villoresi e Sommer, Ascari finisce secondo ad un giro da Fangio, al terzo posto un’altra macchina italiana: la Maserati con il pilota locale Louis Chiron, in questa gara si registra anche il debutto della Cooper, che monta un motore Jap 1100 ed é guidata da Schell, debutta anche la francese Gordini, il 30 maggio si corre ad Indianapolis, ma con piloti e vetture completamente diverse, anche se prende il via una Maserati-Offy, il 4 giugno in Svizzera vince ancora Farina su Fagioli, in Belgio é ancora il turno di Fangioche si ripete in Francia, a sorpresa Enzo Ferrari non schiera la sua squadra in questa gara, Ascari corre e vince nella gara di F2, é comunque in gara una Ferrari iscritta privatamente dall’inglese Peter Whitehead, che si classifica al terzo posto, sarà questa l’unica volta che la Ferrari è rappresentata in una gara di F1 da un privato, in altre occasioni o sarà presente la squadra ufficiale oppure non sarà presente alcuna monoposto di Maranello. La gara decisiva é il Gp d’Italia : Fangio ha 26 punti, Fagioli 24, Farina 22, vince, forse contro le aspettative dell’ALFA, Nino Farina che si laurea campione del mondo anche grazie al ritiro di Fangio, la Ferrari é molto competitiva e lotta per la vittoria, Ascari rompe la sua macchina e sale su quella di Dorino Serafini, classificandosi secondo, particolare curioso: per regolamento anche Serafini viene classificato secondo, questa sarà l’unica apparizione nel mondiale per il pilota italiano che così vanta il curioso record di un podio nell’unica gara disputata, unica partecipazione anche per una originale  Ferrari motorizzata Jaguar, condotta ed iscritta da Clemente Biondetti.