Baghetti, vittoria al debutto

I primi anni del mondiale di F1 erano stati dominati da Fangio e dai piloti italiani Ascari e Farina, oltre ai due campioni del mondo anche Taruffi, Fagioli, Villoresi, Castellotti e Musso si erano messi in evidenza, continuando una tradizione che vedeva l’Italia esprimere fortissimi piloti in campo automobilistico. Dopo la morte di Ascari, di Musso e di  Castellotti ed il ritiro degli altri piloti a causa dell’età l’Italia era rimasta senza validi  rappresentanti, indicativo il fatto che al Gp successivo quello di Francia 158, dove perse la vita Musso, l’unico italiano in gara fosse il nobile Gerino Gerini, un gentlemen driver, la situazione non migliora negli anni successivi. La Scuderia Ferrari, come accadrà ancora nel corso degli anni, è messa sotto  pressione dall’opinione pubblica nazionale: Ferrari deve affidare una monoposto ad un pilota italiano, è così messa in piedi una prova tra i migliori  giovani del momento e  la scelta cade su Giancarlo Baghetti,  nato nel dicembre del 1934. Attraverso la FISA (federazione italiana scuderie automobilistiche) una  Ferrari 156  è affidata al pilota italiano, l’esordio avviene il 25 aprile nel GP di Siracusa, gara non valida per il mondiale, a sorpresa Baghetti vince precedendo Gurney e Bonnier su Porsche,  il 14 maggio vince anche il GP di Napoli davanti ad Ashmore (Lotus-Climax) e Bandini alle sue prime gare con la Cooper-Maserati della Scuderia Centrosud. Arriva la prima gara valida per il campionato,  GP dell A.C. di Francia – Reims 2 luglio, qui sono presenti tutti i grandi. In prova ottiene il tredicesimo tempo (2’30”5) su 25 concorrenti, la pole va allo statunitense Phil Hill (2’24”9), sempre su Ferrari 156. La scuderia di Maranello schiera anche Wolfang von Trips e Richie Ginther, i tre piloti della rossa monopolizzano la prima fila (ricordiamo che proprio Phil Hill sarà campione del mondo nel 1961).

La gara di Baghetti é tutta in rimonta, al 41 giro, su 52 previsti, é in testa. Al 46 Joakim Bonnier lo passa, ma poco dopo la Porsche dello svedese cede. Rimane Dan Gurney, sempre su Porsche. l’americano é pilota esperto e coriaceo. Baghetti compie l’ultima curva dietro la Porsche poi esce sul rettilineo e vince per un decimo di secondo. Al terzo posto si classifica il mitico Jim Clark (agli inizi della carriera) su Lotus-Climax, quarto Innes Ireland (Lotus-Climax) , quinto Bruce Mclaren (Cooper- Climax), sesto Graham Hill (BRM) . Non si può certo affermare che il nostro pilota abbia preceduto degli sconosciuti. 

Purtroppo questa rimarrà l’unica vittoria del pilota italiano, che disputerà altri due GP nel 1961, Gran Bretagna ed Italia (dove ottiene il giro più veloce). Nel 1962 piloterà una Ferrari poco competitiva e nel 1963 è trascinato nella disastrosa avventura della A-T-S, correrà ancora fino al 1967 per la Scuderia Centrosud, ed occasionalmente per la Brabham ed il Team Parnell, attenendo anche il singolare record di essere il primo italiano a guidare un monoposto (una Lotus) spinta dal mitico Ford-Cosworth in una gara iridata GP Italia 1967, la sua ultima gara in F1. Ma il record più importante, la vittoria al debutto, rimane ineguagliato, ovviamente se non consideriamo la gara di esordio,  Silvertone 1950, peraltro sempre vinta da un pilota italiano, Nino Farina.

Baghetti ci lascia, causa un cancro,  il 27 novembre 1995 a soli 60 anni